I: In che occasione hai conosciuto Luca?
R: Luca ed io ci siamo conosciuti perché viviamo nella stessa zona e abbiamo frequentato per anni gli stessi campi di gara, siamo amici e colleghi. Però nel 2006 ad Arezzo il nostro rapporto è diventato più profondo, ci siamo avvicinati particolarmente perché avevo due cavalli un po’ particolari con cui facevo fatica e allora abbiamo lavorato insieme.
I: che ne pensi dell’approccio di Luca?
R: Quando l’ho conosciuto ho pensato che fosse un cavaliere ambizioso. Con il passare del tempo ha intrapreso un percorso che mi ha colpito molto. Aveva dei cavalli che con un metodo classico non davano risultati e allora ha sposato una filosofia etologica. Credo che il suo approccio sia unico e che sia difficile trovare una persona che a livelli massimi riesca ad applicare così i principi etologici. Luca non ha concorrenza in questo senso, è un lavoro che pochi riescono a fare. Ammirevole, c’è solo un Luca Moneta e se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!
I: ricordi qualche episodio in particolare?
R: ricordo con piacere quando Luca mi ha fatto saltare senza testiera, senza mani e ad occhi… ma anche tanti altri ricordi divertenti che è impossibile elencare tutti!